giovedì 29 maggio 2014

Per te

Trovo più facile scrivere i miei sentimenti, che dirli a voce. Sbagliatissimo, lo ammetto. 
Non c'è cosa più difficile che parlare, per me. Non so se riesci a capire. 
Mi confondo, uso parole sbagliate, invece scrivere, o si, scrivere è l'apoteosi della perfezione. 
E mentre scribacchio qualcosa, ti penso. 
Sei in ogni mio pensiero, in ogni mio errore. So che non è facile. Me ne rendo conto. Ho troppi problemi, a volte, spesso. 
Ma ti assicuro, che per me non c'è cosa migliore che sentire il cuore battere forte quando ti vedo. 
Mi piace guardarti negli occhi, e perdermici dentro. Mi piace ascoltarti dormire, e sentire il tuo respiro, e vedere come ti rannicchi, e cerchi la mia mano.
Penso di non aver mai così desiderato dormire accanto una persona. 
Sei così indifeso, e così forte nello stesso momento.
Mi piace guardare le ombre sul tuo viso, e sentirti borbottare nel sonno; sentire il tuo braccio attorno alla mia vita, e il tuo viso nei miei (maledetti) troppi capelli. 
Mi piace vedere che ti perderti nei tuoi pensieri, quando ti sorprendi, quando non sai cosa dire perché ti porto qualcosa che ho fatto. 
Mi piace quando piangi di gioia, quando sei felice con me. In tutti i quei momenti mi sento la donna più fortunata del mondo. 
Ero talmente tanto in frantumi che non me ne rendevo conto neanch'io. Ma non so come hai fatto, e non so il perché ma mi stai aggiustando. Stai aggiustando tutte le delusioni, tutti i pianti, tutti i pensieri cattivi.
Ho sempre sognato una persona come te, anzi, ti ho proprio sognato. 
Non sei perfetto, e non sono perfetta, ma sei perfetto per me. 
Ti sento dentro ogni mio sogno, dentro questo cuore che per quanto possa essere duro, e senza pietà, vicino a te diventa, e divento, tutto quello che vorrei essere e tutto quello che ho sempre sognato di essere con una persona. 
Mancavi solo tu nella mia vita. 
Spero di realizzare tutti i tuoi sogni.


martedì 27 maggio 2014

Passato, presente e futuro

Mi sono quasi decisa a scrivere. O meglio di smetterla di scrivere puttanate in generale.
Da quando sono "felicemente" disoccupata, mi sembra di essere tornata indietro a quando ho finito il Liceo.
Ma sicuramente qualcosa è cambiato, a partire dai troppi caffè col finire con le troppe sigarette. A giorni alterne quelle.
Mi sono così decisa di mandare parole nell'universo digitale, perché ho troppi diari segreti sparsi, che non trovo più, ma saranno sicuramente sotto il letto.
Vivo sempre in mezzo alle mie colline, alle soglie del bosco, e mi dicono ancora di smetterla di stare in mezzo agli animali e di stare un po' di più con le persone.
Io mi dico, la vita sociale al fine settimana non basta? Cioè, mi sembra di esprimere pareri e giudizi no-limit abbastanza spesso.
E di fare la cogliona veramente assiduamente, tanto da poter battere qualsiasi festa infrasettimanale.
Si, si, lo so, siamo animali sociali, ma io socializzo con animali. Che poi nella mia immaginazione mi rispondono, e se ho dei problemi mentali poi, saranno affari miei.
Non ho più voglia di scrivere storie strappa lacrime, o del mio incondizionato dolore. Che c'è. Ma non fa più così tanto male. O forse non me ne rendo conto.
Ho scelto un anno fa di scegliere me. Di scegliere la mia felicità e di smetterla di strafare per persone che non se lo meritavano tutto quell'affanno. Ho scelto di mandare a monte tutto, di avere vendetta, di trovare qualcosa e qualcuno che mi rendesse partecipe della vita, di farmela stravolgere. Di non guardarla passare tutti i giorni, ripetutamente, cercando di avere tempo per qualsiasi cosa.
Forse ho sbagliato il momento, ma è normale. Sbaglio sempre i momenti, il "non è il momento opportuno" è il mio pane quotidiano.
E adesso che siamo tutti in crisi, io ho scelto di abbandonare tutto, per cercare qualcosa di migliore, qualcosa che mi convincesse che la vita non era solo cercare di avere tempo, ma era, o è, avere tempo.
Due cose veramente molto diverse. E a dirvela tutta, avere così tanto tempo il primo periodo mi ha sconvolto. Forse perché finita la scuola ho subito cominciato a lavorare, forse perché non riesco a stare ferma 5 minuti.
O forse perché semplicemente non ho mai avuto tempo. E mi piace, riesco a fare colazione alla mattina (forse è per questo che sono ingrassata maledetta me), riesco a stirare, a fare passeggiate, a vedere mostre, a sentirmi libera, a fare piccole cose o azioni che fanno piacere alle persone che amo, a leggere per intero un libro, ad andare a libreria e scovare qualcosa di nuovo. Ho il tempo di aspettare anche gli altri.
Perché è fottutamente bello avere tempo. E quando vedo il mio compagno, mia madre o mio fratello crollare dal sonno alle 9 di sera, mi scappa un sorriso e penso:" Il tempo che non hai tu, ce l'ho io, lo farò io per te".
E a dirvela tutta, ho scoperto mondi nuovi, dall'imbiancare, a fare la contabile, la casalinga, la cercatrice di lavoro, l'elettricista, l'idraulico. Ho fatto esplodere la mia creatività come una bombola ad orologeria, ho fatto divani, pupazzi, mensole. Riinventavo cose, e intanto rinvento me stessa.
e più ci penso più penso di aver fatto la decisione giusta. Lo so che adesso non ci sono tante possibilità qua, ma chi mi dice che domani non sarò da qualche altra parte. Chi mi dice che devo essere costretta a fare un lavoro che, si mi piace, ma dove nessuno mi rispetta. Chi mi obbliga? Io mi obbligo.
Ok, è dura. Ma io sono forte, ho affrontato mille cose e questa non sarà una sconfitta, sarà un'opportunità. La farò diventare io così.
Oggi mi sento positiva, domani magari cambio idea. Ma sarà solo domani.

giovedì 17 aprile 2014

venerdì 4 aprile 2014

Ciao Giulia

E' da un po' che non capitavo da queste parti. Oggi pensavo a un modo per tirare fuori quello che avevo dentro, riuscendo poi ad essere abbastanza soddisfatta dei miei progressi nello sfogo.
Ho pensato che era ora di scrivere un po'. Mi sono anche riletta, devo apparire una persona molto triste.
Ed è sbagliato perché io sono contenta, diciamo. Sono contenta di tante cose, che a volte sfuggono. Poi tornano. Poi non so.
Sono sola, e strano ma vero, piove oggi. Ma so che domani ci sarà il sole. La cosa mi rincuora.
Sto girando attorno a quello che vorrei scrivere, perché non riesco a chiarirlo nella mia mente.

Ho perso il lavoro, e ho perso anche la mia unica via di fuga, da casa. Forse sarò una delle poche persone che non sa cosa significa avere casa, nel senso di luogo dove convive una stessa famiglia e quindi anche la famiglia stessa.
Dirvi che sono quasi sempre sola, può chiarirvi la mia famiglia. E il lavoro, i miei cani, erano la mia famiglia. Erano gli unici contenti di vedermi ritornare, e tristi nel vedermi andare via. Bastava un loro abbraccio e tutti i problemi erano lontani. Ho perso il mio lavoro, ho perso tutto.
Sto perdendo anche la dignità. Io che ho affrontato mille cose, io che ce l'ho sempre fatta, mi ritrovo a dover fare i calcoli al supermercato per non spendere più di 10 euro. Perché non posso permettermi di più. E vedere mia madre lavorare tanto, troppo, e vederla scomparire nei dispiaceri. Forse è quello che mi uccide di più. E la notte. La notte è terribile.
Io ho già affrontato questa cosa, c'ero dentro. Ma mi sembra di essere ritornata indietro, invece di aver fatto dei passi avanti.
E come faccio a spiegare a una persona quello che ho dentro, quando mi chiede "Va tutto bene?", cosa che non succede molto spesso. Ma ogni tanto qualche anima gentile la domanda me la fa.
Oggi mentre ero alla fila per pagare alla cassa, davanti a me c'era una vecchietta, che aveva preso poche cose. Ha aperto il borsellino e senza volere, ho visto che c'erano dentro pochi spiccioli e la tessera sanitaria.
Alla cassa ha pagato con quel poco che aveva,  mi ha guardato e mi ha sorriso. Io vi giuro, l'avrei abbracciata e le avrei pagato la spesa, se solo avessi potuto.
Il fatto è che io guardo chi ho da parte ma non so se loro riescono a vedere me. Io vorrei solo che qualcuno mi dicesse "Ehy, la vita non finisce perché non hai soldi. Tu dai molto più di dei soldi, e di tutte le persone messe insieme". O semplicemente mi portasse, così di sua spontanea volontà, a vedere una città, a vedere una mostra a mangiare un gelato. Anche a tirare i sassi nel lago, fiume, mare. Va bene qualsiasi cosa. Ma non lasciatemi da sola. Sono stanca di stare da sola. Sono stanca di aspettare.
Sto impazzendo perché non sono utile. E la mia inutilità mi sta logorando a poco a poco. E mi sto consumando. Mi manca comprarmi i miei libri. Mi manca talmente tanto che ogni tanto vado in libreria solo per annusarli.
E poi penso che devo far mangiare i miei animali e la mia famiglia. Allora non mangio più io. Ma almeno loro hanno lo stomaco pieno.

La cosa che mi uccide più di tutti è il fatto che nessuno se ne accorge che sto morendo dentro.
Forse è quello che mi toglie il respiro.
L'indifferenza della mia vita, negli occhi delle persone.