giovedì 26 gennaio 2012

Hai mica sentito?

G.: Allora come sta tuo papà?
G.: Bene bene, oggi si è fatto anche la barba!
G.: Ahahahah! Bene, non era niente di troppo grave.
G.: No no, tu invece come stai? L'altra settimana ti ho sentito un po' giù.
G.: Cosa dobbiamo fare stasera allora?
G.: Niente di particolare: aperitivo, poi si guarda dei video e si ascolta i due candidati.
G.: Bene bene, mi sono vestita anche bene, hai visto?
G.: Ooooh che brava! Comunque non mi racconti mai niente... Perché non mi parli? Non ti obbligo, ma se hai bisogno di sono.
G.: Va bene.
G.: Non ne hai intenzione?
G.: Hai mica sentito Giacomo?

giovedì 19 gennaio 2012

Racconto: #6 Alice

[...] Brutte bestie le cicatrici, tradiscono ogni tuo sorriso.
Alice si sorprende ancora dei sorrisi, rivolti a lei. Come un po' di tempo fa quando un bambino, mentre stava facendo una passeggiata con i cani, le ha sorriso. Le è sembrato che per un momento la corazza creata si sciogliesse.
Ad Alice hanno insegnato a tenersi tutto dentro, a non dimostrare mai affetto né dolore. E con gli anni diventa routine, sorridere e far finta di niente. Si diventa dei gran attori. Peccato per una cosa, pensa sempre Alice, gli occhi.
Gli occhi parlano un po', raccontano tante cose a chi sa leggerli.
Alice guarda spesso negli occhi, ma non si lascia mai guardare più di tanto nei suoi. Preferisce farlo quando l'altra persona guarda qualcos'altro nel suo viso, e non proprio i suoi occhi.
Quando guarda negli occhi dei suoi cagnolini, vede spesso qualcosa; i più tristi pensa, sono gli occhi dei cani appena arrivati: spaesati, ma soprattutto abbandonati. Avete presente l'espressione dell'abbandono? Il loro piccoli occhi a bottoncino che ti guardano e ti chiedono: "Ma dov'è il mio padrone?", "Cosa ci faccio qui?" e tante altre cose. Alice pensa, che la peggior cosa è vedere quell'espressione sugli umani. Perché non si torna indietro, per quanto il padrone possa tornare a riprendersi il cane, o una persona a ritornare dall'altra, quell'espressione un po' rimane. E più non capisci perché se ne sono andati, più l'abbandono rimane. E a volte ti rimane un po' dentro, come vecchi libri impolverati in soffitta, un po' ammuffiti per l'età, ma ancora leggibili.
Vecchie e polverose emozioni, che nascondi nei tuoi scatoloni.
Per quanto tu possa andare avanti, voltare pagina, scrivere nuovi racconti ecc ecc.. il passato è passato, e se lo è, è stato parte di te. Un giorno era presente, il giorno prima forse futuro.
E allora Alice si chiede: cos'è che può far togliere quel ricordo di espressione negli occhi? [...]

lunedì 2 gennaio 2012

Tra parentesi.

Sentivo il mio cuore oscillare come lenzuola stese su un filo. Le tue mani che cercavano me e io che cercavo te, a due centimetri di distanza. E le tue braccia sembravano interminabili in quegli abbracci che speravo durassero... Durassero almeno il tempo di rendermi conto che c'ero io, dentro a quegli abbracci.
Potevo fare tutto in quei momenti. Era lontano tutto, anche me stessa.
Non mi ricordo di aver sentito un solo cuore battere.
Casa... Mi sentivo a casa dentro alle tue braccia.
Benvenuto a casa.

Heal the scars from off my back
I don't need them anymore
All my nightmares escaped my head
Bar the door, please don't let them in