giovedì 2 febbraio 2012

Fall.

Non voglio sfogarmi, né voglio nemmeno esprimere troppe cose, non sarebbe da me.
Per sfogarmi dovrei tirare un pugno a qualcuno e, per esprimermi dovrei trovare parole che non voglio cercare.


Ho cercato di trattenere le lacrime sul pullman, ma vedevo scorrere tutto così veloce, che sembrava che anche la mia vita scivolasse via con quello scorrere. Che ne è della mia vita?
Dei sogni. Delle promesse a me stessa?
Dove sono finita?
Sotto il cumulo di debiti di mia madre? Sotto la paura di uscire di casa?
Forse sono sotto il rapporto conflittuale con mio padre?
O probabilmente mi sono lasciata scivolare via quando ho cominciato a non sapere più chi ero, quando non mi riconoscevo più allo specchio, e sopportavo la mia immagine, la portavo con me come una valigia che non si può lasciare andare. Così mi sono portata dietro la mia facciata sorridente e ho nascosto tutto sotto tutte quelle bugie. Agli altri, a me stessa.
Mi sono sempre mentita da sola, e sapevo di non dirmi la verità.
E adesso che vorrei solo liberarmi di tutto, e andarmene, non mi trovo.
E la valigia è troppo pesante, e sembra che gli errori degli altri ricadano su di me con un tonfo sordo, nascondendo ancora di più; nascondendomi ancora di più.


Tempo fa sapevo ancora guardare le stelle, e avevo brividi di speranza.
Tempo fa sorridevo davvero.
Tempo fa.


                                                              Look at the stars, falling down, 
and I wonder where, did i go wrong.