martedì 27 marzo 2012

Mi hai chiamata, mi hai detto che stavi male. Mi dispiace. Cosa ci posso fare io? Ormai sei cosa lontana.
Il bene, ormai è qualcosa rimasto in sospeso in un tempo in cui si poteva aggiustare tutto, è rimasto su quel bivio. Non ho preso nessuna strada, nessuna delle due, sono andata direttamente ovunque tranne su quelle due. E adesso tornare come prima, tornare indietro, sarebbe solo riaprire ferite che si sono dimenticate di essere ciò che sono.
"Purtroppo genitori non si nasce", "Purtroppo è troppo tardi". Tutto ciò da allora è cambiato, non che sia stata la causa di tutto, ma ha aiutato.
Le piccole luci che un giorno ti chiesi cos'erano, le vedo ancora, sai. Non sempre, ma qualche volta si fanno vedere anche loro.
Ed è tutto così lontano, ma fa ancora così male. Capisci?
Mi sono rinchiusa in stanze buie per anni, cercando di non vedermi, perché mi ricordavo di te. E adesso che mi guardo lo specchio, spero di essere cattiva tanto quanto lo sei stato tu. Almeno con te.
Prima o poi ti ritorna indietro tutto.

sabato 24 marzo 2012

Ciao,
Ti scrivo qua, come al solito, perché purtroppo non ho tempo per venire da te. Ieri era il tuo compleanno, non ce ne siamo dimenticati. Ti ho pensato tanto. Un po' ieri mattina mi si bagnavano gli occhi.
Ma è stato un momento di debolezza, dopo tutti questi anni uno pensa anche che le cose si superino, soprattutto una normale come questa.
Dall'anno scorso non è cambiato molto, sempre i soliti dannati problemi, io lavoro ancora, e siamo sempre lì. Tu come stai?
Pensavo a quando mi facevi le foto mentre mi facevi la linguaccia e io ti imitavo, mi è scappato un sorriso. Poi ho messo su una canzone per noi due, per scrivere queste cose.
Mi piace la colonna sonora.
Non ho più tanti sensi di colpa, solo un po' di nostalgia. Piango meno, e un po' più in silenzio. Mi mancano le tue carezze.
Ho cercato di non pensarti troppo ieri, non volevo stare male. Ma oggi non riuscivo più a tenere dentro niente, cavolo, sto perdendo colpi.
A volte vorrei essere con te, per non stare qua, ma sarebbe troppo egoista da parte mia.
Allora mi limito.
Novità? Abbiamo cambiato casa, l'altra bestiola è felicemente fidanzata e io ho conosciuto una persona.
Lo so che mi faresti il terzo grado, cioè chiederesti alla mamma... A volte è difficile.
E' da un po' che non mi vieni a trovare, che fine hai fatto?
Non ci sei più?
Non lasciarmi da sola, dai. Per favore, è faticoso senza nessuno su cui contare.
Non andartene, mi ricordo ancora di te.

sabato 10 marzo 2012

Oinotna.

La prima volta che ti ho visto, ero impaurita e non volevo guardarti negli occhi.
La seconda volta, mi hai sorpreso.
La terza sono rimasta stecchita, lì, senza parole. Da quando sei entrato nella mia vita sono cambiate tante cose. E sono cambiata anch'io. Tutto ciò che ero mi sembra qualcosa di lontano. Tutto il dolore, è colato via. Evaporato. E a poco a poco sta tornando terreno fertile. Ma soprattutto il mio cuoricino, quello che mille volte ho detto di non avere, batte. E dopo tutto questo tempo, batte sempre ancora forte quando ci sei tu.
Quando mi avvolgi, e sembra che niente mi possa fare ancora male. Sembra che nessuno possa ancora distruggerlo.
Come se sbocciassi ogni volta. Con te è sempre primavera, per me.
Mi chiedo come fai a sopportarmi, in certi miei atteggiamenti davvero odiosi, anche per me.
Mi chiedo come hai fatto a far sparire tutti quei mostri. Tutte quelle cose cattive che mi schiacciavano.
Poi ti guardo negli occhi, e capisco che non c'è nessun altro posto dove vorrei stare, se non lì.
Proprio lì, nei tuoi occhi.
Cerco costantemente di avere un posticino speciale, nel tuo cuore. Cerco sempre di dare il massimo di me, per te.
Senza fatica, senza dovere. Semplicemente un posto caldo dove rannicchiarmi, in te, dove sto talmente bene che faccio fatica a pensarmi altrove.
Mi sono innamorata dei nostri silenzi, e dei tuoi occhi.
Così grandi che, ci sono dentro tutta.
E ti amo.

martedì 6 marzo 2012

Esistono persone che si sentono sole, nonostante la famiglia, gli amici. Persone che vengono trattate come mostri, ed emarginati.
I bordi sono sempre il posto migliore dove tenere queste persone.
E le lacerazioni del cuore fanno sempre male. Sempre.

Era sera, e l'odore di stazione e di gente partita e ritornata aleggiava ancora nell'aria. C'erano poche persone, aspettavo il treno, e sembrava che non arrivasse mai.
Seduta su un piccolo spazio di panchina aveva paura di occupare troppo spazio nel mondo. Volevo annullarmi. Intanto che provavo, si sedette da parte a me un signore di mezza età, sembrava abbastanza indaffarato, tra cellulari e borse.
"Sa se ferma a Parma questo treno?"
"Io vado a Piacenza, magari ferma anche lì, non saprei proprio"
"Questi treni, non si capisce mai niente... Sta tornando o partendo?"
"Tornando"
"Fortunata lei, io parto"
" E dove va?"
" Ah, da quando sono in pensione, visto che sono solo, mi sono messo a girare l'Italia"
"Wow, piacerebbe anche a me!"
"Alla sua età?"
"Anche"
"Ma alla sua età si deve pensare a divertirsi, all'amore, non vada troppo lontano poi si perde"
"Ci si perde anche non andando lontano"
" Questo è vero. Lei è innamorata?"
"Non so cosa significhi veramente, ma non credo di esserlo, o di esserlo mai stata"
"Vedrà che quando gli attimi conteranno emozioni, e infiniti sarà innamorata"
" Ne è così sicuro?"
"Come sono sicuro di aver visto poche persone tristi come lei"
"Da cosa l'ha capito?"
"Ho visto tante persone nei miei viaggi, alle volte fotografo i volti, mi piace studiarmeli"
"Sembra un po' strano"
"Tutto è strano, e se vuole un consiglio il miglior modo per affrontare la tristezza è raccontarla"
"Mi sta chiedendo l'impossibile"
"Tutto è possibile, se lo ricordi, anche che i suoi occhi ritornino sereni"
"Questo è il mio treno"
"Arrivederci"
"Arrivederci, buon studio dei volti".

















Everything's no lost. 

giovedì 1 marzo 2012

Guardavo il secchio riempirsi, e la stanchezza aumentare mentre l'acqua scorreva imperterrita. Pensavo ai mal di schiena, alle lacrime mattutine che assaltano gli occhi, mentre veloci le cose passano fuori dal finestrino. Pensavo alle vite perdute per una scelta. Ai rimorsi, ai rimpianti. 
A sentire le cose scivolare via. Troppo tardi per recuperarle, troppo presto per prenderle. E mentre il secondo secchio iniziava a riempirsi, mi chiedevo se la mia vita finiva lì. 
E' tutto questo che posso desiderare dalla mia vita?
E' tutto questo che posso meritare?
E' tutta qua la mia vita?
E' così la vita?
Tutti i sogni rimangono sogni e i desideri, solo illusioni?
E' così che finisce? Tutto qua?
Mi chiedevo cosa vedessero gli altri nei miei occhi. 
La vedranno anche loro la mia tristezza? Quando girerò lo sguardo verso il finestrino, si sentirà che piango?
Il secchio trabocca, l'acqua mi cade sugli stivali. I cani mi chiamano. 
C'è una vocina dentro di me che dice un'unica parola:" Vattene". 
Lascia tutto e vai. 
Ma dove? 
Non ci sono cuori che riescano a contenere me. Forse. 
E mentre prendo i miei secchi, mi lascio in dietro i pensieri. Lì lascio lì, magari qualcuno li raccoglierà. Insieme a me.